Capita, ultimamente, di ritrovarmi a studiare in una comune “aula
studio” di una comune e anche un po’ sfigata università italiana.
L’aula studio di cui vi parlo consta di un misero corridoio nel quale i banchi sono appaiati contro un muro sul quale in questi ultimi due anni sono apparse scritte che vanno dall’osceno all’insulto al comune cazzeggio, ho già detto osceno?
L’aula studio di cui vi parlo consta di un misero corridoio nel quale i banchi sono appaiati contro un muro sul quale in questi ultimi due anni sono apparse scritte che vanno dall’osceno all’insulto al comune cazzeggio, ho già detto osceno?
Chiunque entri in questo “corridoio” si trova a sfilare in
religioso silenzio, accompagnato dal suono dei suoi passi che sono piu’ o meno
intensi a seconda del peso del singolo –tic, tic, tum, thum, THum- . Nel
momento in cui entri ti ritrovi tutte le facce dei giovani studenti, promettenti
speranze per il futuro italiano (apoteosi del sarcasmo) ad ammirare la tua
leggiadra movenza nel richiudere la porta alle tue spalle e nella ricerca di
uno spazietto dove nascondersi.
Qualora ci sia necessità di utilizzare un pc, è bene cercarsi un posto
vicino ad una presa della corrente che è sempre, quotidianamente e
ostinatamente occupata da un chiunque qualsiasi che si piazza in “aula studio”
con il proprio pc e continua a giocare insistentemente tutto il pomeriggio ai
giochi piu’ inutili che facebook ha da offrirci.
Una volta aperto il primo capitolo del pesante libro che
freme dalla voglia di essere sottolineato, presto arriva la tua migliore amica
del primo anno, quella che ha lasciato perché poi ha passato il test di
veterinaria e che non vedi da almeno un anno perché lei ha cambiato sede e tu
sei stata all’estero a studiare.
Se ne va il primo caffè, risali in aula studio e ripercorri
il corridoio sotto gli occhi curiosi di tutti che ti guardano come se tu fossi Claudia Schiffer dei poveri in attesa di una tua defallance che molto spesso si
manifesta in una camminata goffa e dei jeans troppo lenti che cedono ad ogni
passo e che con fierezza devi cercare di far stare su mentre in mente cerchi di
ricordare in quale posto recondito della jungla di camera tua hai lasciato la
cintura stamattina.
Off limits è il consumo di cibarie varie che presentano una
preconfezionamento sonoro per cui niente wafer, non parliamo dei crackers,
troppo rumore, appena vola una mosca, il ragazzo del terzo banco con i capelli
rossi solleva la testa e fa rimbombare un sonoro Shhhhhhhhhhhhhhhht per tutto
il corridoio.
Quello che resta è studiare per almeno un’ora e mezza masticando con lentezza, per carità non
facciamo arrabbiare il rosso del terzo banco e fare una pausa magari facendo un
po’ di rumore con la tastiera del pc per scrivere questo post e poi ributtarsi
sulla patogenesi della listeriosi.
SSShhhhht!!
Non sono mai riuscita a studiare all'università...
RispondiEliminaUn bacione
Io devo per forza studiare in Uni visto che in casa ho un tremendo calo di attenzione dovuto a cibo, tv, internet, madre, fratello, coinquilini vari, rumore di fondo...
EliminaUn bacio Kylie
ahahah è verooooo!
RispondiEliminaE poi il bello è che quando non vuoi far rumore inizia il casino più inconsulto! :D
Approposito, oggi l'ho visto il rosso e mica era tanto silenzioso neh! :) Benvenuto Doc
Eliminaho fatto 4 anni di universita' e me li ricordo benissimo, ma non farai mai una figuraccia peggio della mia...pronta a ridere? Biblioteca, piena di gente che legge, lampade accese, cammino, inciampo su un filo della luce e diventa tutto buio... Hanno dovuto chiamare l'elettricista, io avrei voluto la pala per sotterrarmi!
RispondiEliminaAhauh, Cri, questo è un aneddoto che mi sarebbe piaciuto raccontare su questo blog, se solo ti avessi conosciuta :)))
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