mercoledì 4 luglio 2012

Ordinary Life

Suona l’aggeggio infernale che della mattina segna l’inizio, il dito non coordinato da un cervello ancora dormiente tasteggia insistentemente, l’occhio impastato cerca disperatamente uno spiraglio di buio tra le linee fitte e luminose che trafiggono la finestra.
Ci si alza ciondolante, dondolando fino al prossimo specchio, fino al prossimo secchio, alla ricerca di acqua, crema, dentifricio, una faccia da mostrate, un vestito da indossare.
Cercano le mani nella dispensa una ricarica di glucosio, saccarosio, magari anche un po’ di lattosio.
Le gambe stanche ma leste si apprestano a ripercorrere gli stessi passi delle mattine precedenti, buongiorno e un sorriso poi camice e caffè per il resto cosi’ passa il giorno nascondendosi per 10 minuti a leggere quello che di Veronika rimane da vivere raccontata da un Paulo ancora da conoscere.
Camminando per strada il viso inciampa in graziosi edifici, i piedi disattenti tradiscono il camminante e a gambe all’aria si ritrova sorridente.

Si ritorna da dove si è partiti, aspettare l'arrivo di qualcuno, passarlo bene il tempo che rimane che presto è di nuovo notte, che il nuovo giorno si appresta ad arrivare.

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