Viaggiare in treno mi è sempre piaciuto molto. In verità è viaggiare che mi piace molto e il valore aggiunto a quel viaggio molto spesso si materializza in un tomo leggero da nascondere in borsa. Mi ha sempre dato fastidio scorgere lo sguardo del mio compagno (sconosciuto) di viaggio sulle mie letture ma quando ho scoperto che il mio vicino sul regionale Bologna-Parma stava cercando di capire il titolo del libro che stavo sottilineando, non ho opposto resistenza e gli ho mostrato con indifferenza e anche per caso la copertina di quello che era Festa Mobile di Ernest Hemingway. Ci tenevo a farglielo vedere perchè un libro così bello è giusto condividerlo, anche e soprattutto con gli sconosciuti.
Sembra che ogni volta che io legga un libro ne sia irrimediabilmente rapita e molto spesso è così, io mi sono innamorata di Ernest Hemingway, non della mano che scrive ma del ritratto tracciato dalla penna. Il libro di cui vi parlo è stato scritto in età matura da Hemingway come una raccolta di memorie dei suoi tempi migliori, di quando non era che uno sconosciuto e tutto il suo talento era ancora da scoprire.
Festa Mobile è un meraviglioso scrigno di capitoli tratti dalle sue esperienze parigine dei primi anni del '900 mentre si accompagnava ad Hadley Richardons, la prima delle sue quattro mogli e la mia preferita.
Sean Hemingway, alla fine di quella che è una delle poche prefazioni che ho letto (mea culpa) scrive che a chiunque verrà voglia di visitare Parigi dopo la lettura del libro ma scrive anche che non è quasi necessario essere lì fisicamente perchè bastano le parole del nonno a portare il lettore sulle rive della Senna.
In Festa Mobile veniamo a contatto con un Hemingway ancora alle prese con i primi racconti, appena licenziatosi da un giornale canadese e intento a dedicarsi completamente alla stesura del suo primo romanzo. Lo vediamo giovane e squattrinato, saltare pranzi, risparmiare soldi per i viaggi in Spagna, lo seguiamo nei suoi incontri con Ezra Pound e curiosiamo con lui tra le finestre di Michaud per spiare James Joyce pranzare con la sua famiglia.
Siamo con Ernest al Dingo quando incontriamo per la prima volta un Francis Scott Fitzgerald arrivato a Parigi dopo aver folleggiato nel sud della Francia a due settimane dalla pubblicazione del Grande Gatsby che non riscuote ancora un buon successo di pubblico.
Siamo con lui quando, dopo qualche tempo, facciamo la conoscenza di Zelda e ci rendiamo conto di quanto tormentata era la bella moglie di Fitzgerald e di quanto il successo del marito la stesse consumando di gelosia.
Lo seguiamo in Austria, ci concediamo alcuni giri di pista, ci innamoriamo di Pauline e soffriamo per la fine del matrimonio con Hadley. Ci chiudiamo nell'appartamento di Gertrude Stein a parlare di quadri e vestiti.
Sentiamo la forza della relazione di rispetto e devozione di Papa nei confronti della parola scritta, della matita e del foglio, quasi abbiamo voglia di chiuderci dentro un caffè a scrivere del nostro vicino di tavolo, a me è successo sul treno.
Uno sconosciuto non è piu' tale dopo la lettura di Festa Mobile, ogni sconosciuto diventa una storia e dietro ogni nuova faccia si nasconde un'avventura.
Questo è quello che -in parte- si nasconde tra le pagine, a voi ora sta leggerle. Tutte.
Fonti delle foto:
Fitzgerald's note
Ernest e Hadley
Hemingway e Fitzgerald.
Un libro che vorrei tanto rileggere....c'è tutta la Parigi che ho amato e un Hemingway più bello del solito, per me.
RispondiEliminaUn abbraccio
Quando sono andata a Parigi, la Shakespeare and Company è stata una delle prime cose che ho voluto vedere...girare fra gli scaffali e toccare i libri che magari hanno toccato anche Hemingway e Joyce,cioè *_*
RispondiEliminaMi hai convinta, metto in lista ;)
RispondiEliminaPeccato che il Shakespeare & Co. che c'è oggi non è lo stesso che c'era ai tempi di Hemingway, ato che fu distrutto dai tedeschi... rimane però un nome leggendario che evoca un'epoca di grande fascino... Festa mobile è un altro dei libri di Hemigway che devo recuperare... :-)
RispondiEliminache bel post, complimenti!
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