Per la seconda settimana della session "Raccontami", amiZi belli, Mipiace ospita Bì di PrecariaMENTEando.
Bì è una globtrotter, una persona che conosco solo virtualmente ma che non vi nascondo un giorno vorrei conoscere di persona, magari durante un viaggio.
Quando le ho chiesto se avesse qualcosa da raccontarmi, lei come Cinzia per la scorsa settimana, mi ha regalato questo post. E ora, trattenete il respiro e...via
Quando le ho chiesto se avesse qualcosa da raccontarmi, lei come Cinzia per la scorsa settimana, mi ha regalato questo post. E ora, trattenete il respiro e...via
Fin da quando
era bambina, Roma era stata per lei la città dei sogni.
La
mamma ci aveva vissuto per dodici anni (dodici! A lei che ne aveva appena
sette, sembravano un’eternità), facendo un lavoro importante. Non sapeva cosa
fosse, ma dalle fotografie di convegni, souvenir di posti lontani e vestiti da
sera argentati che aveva trovato negli armadi di casa, si era immaginata che fosse
qualche cosa di speciale. Ogni anno la
mamma la portava a Roma per qualche giorno, fra capodanno e la Befana.
Andavano in giro loro due assieme, mangiando dolci e comprando vestitini che
su, nella loro piccola città del nord, non si sarebbero mai visti. Fin dalla
sua prima visita ai Fori Imperiali aveva percepito un qualche cosa di solenne e
maestoso, come vivere dentro ad un libro di storia.
L’ultima
volta che erano state a Roma assieme aveva quindici anni. Ormai si sentiva
troppo grande per andare in giro con la mamma, meglio che ci andasse lei sola e
le portasse qualche regalo esclusivo. Però Roma le era rimasta nel cuore, con
la sua aura di città dei sogni. In ogni caso, aveva sempre lanciato la monetina a Fontana di Trevi, per cui era
sicura che, in qualche modo, ci sarebbe tornata.
Foto di Bì, Fori Imperiali - (http://precariamentando.blogspot.it/) |
Nove anni più
tardi era andata a viverci. Lei, a Roma. Come la mamma tanti anni prima.
Girando
per i vicoli acciottolati del centro, respirando l’atmosfera umida e fresca in
mezzo alle case coperte di edera dietro il lungotevere, sbucando per caso in
piazzette deserte dalle fontane zoomorfe, si
sentiva a casa. Come quando, bambina, aveva imparato ad amare quelle
strade, per mano della sua mamma.
E poi stavolta
c’era Lui.
Quegli
occhi scuri e beffardi che, la prima volta che li aveva incrociati, l’estate
precedente, si era detta ‘Guarda questo
che faccia di c**o’. Ma già la seconda volta aveva capito che non se li
sarebbe più scordati. Si erano conosciuti in un posto lontano, dall’altra parte
dell’Oceano, e si erano trovati subito simili: loro, pieni di sogni e belle
speranze, in mezzo a tutti quei ragazzini viziati. Ma lei non ce l’aveva fatta a dirgli quello che provava, e si erano
salutati da amici, pensando di non vedersi mai più.
Invece,
dopo pochi mesi, lui era venuto a Roma. Da lei. Due giorni perfetti, passeggiando
assieme nei pomeriggi assolati, dopo il lavoro lei, dopo i colloqui lui. Un
aperitivo a Ponte Milvio, una cena perfetta al Portico d’Ottavia, un gelato
contemplando il Pantheon. Senza mai
sfiorarsi, nemmeno con un dito. Per due giorni aveva pensato che sarebbe
morta dal batticuore e dal desiderio. Ma, proprio mentre stava per pronunciarle,
le parole le erano morte in gola. E lui era ripartito, da amico.
Ogni
giorno, tornando a casa dal lavoro, pensava a quando aveva fatto quella stessa
strada con Lui. Si erano fermati proprio lì, su quel gradino sul Tevere, ad
osservare l’acqua increspata. Sarebbe bastato allungare una mano, ma non ne
aveva avuto il coraggio. Se lo ripeteva ogni giorno.
Poi,
inaspettatamente, Lui era tornato, stavolta da un amico comune che viveva
da solo. Lei li aveva raggiunti una sera per cena, fasciata in una gonna anni
cinquanta per mettere in risalto la vita sottile, scarpe rosse col tacco per
sembrare più slanciata e una camicetta cremisi. Che si capisse subito chi era e
cosa voleva.
Complice
una bottiglia di Falanghina, questa volta le loro dita si erano sfiorate. Ed era stato un fiume in piena.
Quella
notte, guardandolo dormire sul cuscino di fianco al suo, non era riuscita a
chiudere occhio. Aveva troppa paura, al suo risveglio, di non trovarlo più là.
La
felicità piena, immensa e totalizzante che aveva provato quel mattino aveva
lasciato quasi subito il posto all’amarezza e alla delusione. Lui se n’era andato, per sempre stavolta,
abbandonandola con il cuore a pezzi e un grumo di ricordi, pronti a saltare
fuori da ogni angolo della città che avevano percorso assieme. E la avevano
attraversata tutta.
Foto di Bi, Roma - (http://precariamentando.blogspot.it/) |
Però
Roma, la sua Roma dei sogni, era sempre là. Con i suoi ponti monumentali e i viali alberati, ad incitarla ad essere
come i suoi pini e non farsi spezzare dalla vita.
uh...ma è bellissimo! sembrava l'inizio di un romanzo
RispondiEliminaps. questa rubrica mi piace tanto! :)
Grazie naza, il post è tutto merito di Bì
EliminaGrazie Vero, è bellissimo!! :-)
RispondiEliminaGrazie a te :D
EliminaVoi due assieme in un unico blog siete meravigliose!!!
EliminaPaolo cosi' ci fai arrossire :D
EliminaBi, è spettacolare. ho visto Roma coi tuoi occhi.
RispondiEliminaGrazie, che bella cosa hai detto!! :-)
Eliminabellissimo
RispondiEliminama io volevo il lieto fine :-(
sigh :-((
Purtroppo, essendo una storia vera, il lieto fine esisteva solo nei sogni della protagonista!
EliminaBì.. ma ti pare che tu scrivi di Roma in questo modo e io non corro a leggere e commentare? Meraviglioso.
RispondiEliminaMa, ma.. perché è andato via? Mi hai fatto venire la curiosità!
È andato via perché non c'era niente a tenerlo lì, nè un lavoro nè tantomeno la sottoscritt...ehm, cioè, volevo dire, la protagonista! :-p
EliminaComunque Emme, non è finita lì la storia...se Vero pubblica un'altra rubrica, scrivo il seguito! :-)
Bì, se c'è un seguito (e io a questo punto sono curiosissima)ti prenoto per "Come i pini di Roma" Part II :D
EliminaHahaha, sì sì, il seguito c'è, stessi protagonisti, altro Paese, altra città, altro finale :-) Quando vuoi Vero!!
EliminaAh, allora voglio saperlo anch'io.
EliminaVeloce con il seguito!
Ma allora ditelo!! io voglio sapere :)
EliminaWwwwwooooowwwww....adesso la parte II è praticamente d'obbligo...Non vorrete mica tenere la blogafera tutta con il fiato sospeso???;-)
RispondiEliminaDai, davvero non pensavo potesse riscuotere tutto sto successo, sono lusingata!!
EliminaChe emozione leggere di questo ricordo di Roma.. Io pure ho dei ricordi intenso del mio arrivo dalla Thailandia in questa città..
RispondiEliminaVero, perdonami l'assenza, mi prendo l'impegno per mille cose poi non ho più tempo per leggere tutti i post. Ma bon appena posso torno e sempre volentieri qui da te.
Un abbraccio cara! Ti ho fatto like alla pagina così ti seguo che li!
Bella Vaty :)
EliminaChe bella storia e che bella idea! Complimenti per il blog :)
RispondiEliminaGrazie grazie, tutto merito di Bì :)
EliminaChe bello Vero, leggervi! Giuro...giuro giuro...che prima o poi tirerò fuori qualcosa anche io...
RispondiElimina:D T'attendo.
Eliminavogliamo la parte 2 Bì!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaBella idea e grande scoperta anche questo blog :D
Anch'io anch'io voglio la parte 2 :)
EliminaMi piaaaace!!!!!
RispondiEliminabellissima storia e parole! però necessito anch'io della seconda parte :)!!!
RispondiEliminaperché non farne un romanzo? :-)
RispondiEliminabellissima! E' strano come a raccontarle, anche le brutte esperienze, quelle che lasciano il segno e l'amaro in bocca, alla fine risultino belle! Pensaci Bi!
RispondiEliminaComplimenti per la rubrica, Vero!
RispondiEliminaComplimenti per i bellissimi racconti, Cinzia e Bì!
:)
Bello bello bello!